Rilasciata Iolanda Occhipinti.. Finalmente

SOMALIA, RILASCIATI I DUE ITALIANI RAPITI PALERMO – Sono stati liberati dopo 75 giorni di prigionia i due cooperanti italiani, Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, rapiti il 21 maggio scorso in Somalia insieme ad altri operatori di Organizzazioni non governative.

“Ho sentito mia madre al telefono nel primo pomeriggio, mi ha chiamato lei al cellulare. Mi ha detto che sta bene”. Così Gianni Tumino, il figlio della cooperatrice di Ragusa. “La telefonata era molto disturbata – ha aggiunto Tumino -, abbiamo parlato soltanto per qualche minuto. Non mi ha detto nulla di Giuliano Paganini, ma ripeto, la linea era molto disturbata”.

“Stai tranquilla, stiamo bene, di più non posso dirti”. Lo ha detto Giuliano Paganini, il cooperante pistoiese liberato oggi insieme a Jolanda Occhipinti, in una telefonata alla moglie Fulvia Cappello. E’ stata la stessa moglie a dirlo all’Ansa.

Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, i due cooperanti italiani liberati oggi in Somalia dopo due mesi e mezzo di sequestro, si trovano ora a Nairobi, in Kenya, assistiti dall’Ambasciata italiana. Lo si è appreso alla Farnesina.

FARNESINA: NON RISULTA PAGAMENTO RISCATTO
“Non risulta” il pagamento di un riscatto per la liberazione dei due cooperanti italiani in Somalia. E’ quanto hanno riferito fonti della Farnesina interpellate sulla questione.

FRATTINI ALLA CAMERA: LIBERATI GLI ITALIANI
Sono stati liberati i cooperanti italiani che erano stati rapiti in Somalia. La conferma l’ha data, in aula alla Camera, il ministro degli Esteri Franco Frattini. Frattini, interrotto da un lungo applauso unanime dell’Aula, ha informato che Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini “stanno per atterrare all’aeroporto di Nairobi”, e ha manifestato la “grande e profonda soddisfazione del governo per questo atteso risultato che giunge dopo un impegno che dura da mesi”. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto che “tutta l’Assemblea si associa nel condividere questa soddisfazione”.

Ai cronisti che lo interrogavano sulle modalità della liberazione, il ministro Franco Frattini ha successivamente detto: “Noi non commentiamo né sulle operazioni, né su altro. Saranno gli stessi ostaggi a spiegarci”. Il ministro degli Esteri ha aggiunto di non avere parlato direttamente al telefono con gli ostaggi. “Ringrazio tutti i mezzi di informazione per avere rispettato il silenzio stampa – ha sottolineato il ministro -. Alcuni avevano dubbi, ma è stato importante”.

L’auspicio condiviso dalle Ong che la società somala sappia trovare in sé stessa gli stimoli e la forza per reagire compatta contro la piaga dei sequestri è stato fatto proprio ed espresso dal ministro degli Esteri Franco Frattini dopo il rilascio dei due cooperanti italiani rapiti il 21 maggio scorso ad Aw Deeghle, nella regione somala del Basso Scebeli. Qualora il fenomeno dei sequestri prendesse piede – si rileva alla Farnesina – ostacoli insormontabili si frapporrebbero al lavoro umanitario svolto dai cooperanti, che alla Farnesina si spera possa invece sempre più dispiegare i suoi benefici effetti a favore di tutte le componenti della popolazione somala. Frattini – che questa sera alla Camera ha dato la notizia del rilascio dei due connazionali – ha ricordato il costante e diretto impegno di tutte le istituzioni di Governo che, con il coordinamento della presidenza del Consiglio ed il ruolo attivo dell’Unità di Crisi della Farnesina, hanno lavorato incessantemente negli ultimi due mesi, esprimendo il più sincero ringraziamento a tutti coloro i quali si sono adoperati con dedizione e spirito di servizio per la felice conclusione della vicenda.

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